Topinambur, un tubero poco calorico e dalle mille proprietà che tutti dovrebbero consapevolmente inserire nella propria alimentazione.
Esistono due varietà del topinambur, una bianca che cresce alla fine di agosto e l’altra bordeaux, che cresce in inverno. In entrambi i casi si tratta di radici composte maggiormente di acqua. Di solito cresce negli ambienti umidi ed è assai apprezzato in cucina perché, non solo è ricco di sostanze nutritive, ma è anche completamente privo di glutine. Il topinambur possiede molte proprietà e apporta notevoli benefici all’organismo.
Questo particolare alimento, del tutto naturale, però, ha anche qualche controindicazione. Ma cerchiamo di conoscerlo meglio.

Cos’è?
Il topinambur è un tubero dall’aspetto nodoso e squamoso, e dal colore marrone-violaceo, appartenente alla famiglia delle Asteracee. Il nome scientifico è Helianthus tuberosus, ovvero ‘fiore del sole‘, ma è chiamato anche patata del Canada, rapa tedesca, carciofo di Gerusalemme, patacca o trifola.
Ma, più di altri nomi, ha assunto quello di ‘patata dei diabetici‘ perchè è ricco di inulina che aiuta a controllare la glicemia. Ha una polpa bianca e croccante ed ha un gusto ricercato, simile al carciofo. Il sapore comunica un certo amaro ammorbidito dalla pastosità, tipica dei tuberi. Ha il dono di essere facilmente digeribile, dietetico e, come detto sopra, adatto ai diabetici.
Perciò fa parte dei cosiddetti tuberi della salute insieme alla batata, o patata dolce, alla manioca e al taro.
Da dove viene?

Originario del Nord America e del Canada, già nel ‘400 era coltivato in Sud America. Prende il nome da una tribù indio-brasiliana, i tupinambàs, rinominati poi dai francesi topinambaux.
All’inizio veniva apprezzato come pianta ornamentale, per i suoi fiori gialli, simili a quelli del girasole. Poi, nel XV secolo un esploratore francese ne scoprì il possibile uso alimentare. Così esportò la pianta in Europa. E lì ebbe un notevole successo ma, poi, fu sostituito dalle patate, più nutrienti e semplici da pulire.
Dove viene coltivato?
E’ una pianta erbacea spontanea che, in Italia, cresce lungo i corsi d’acqua, nei campi incolti, lungo i sentieri di campagna. Praticamente ovunque ci sia un posto in pieno sole. Nel nostro paese la sua coltivazione è diffusa in Piemonte. Essa ha un ciclo annuale, con fioritura a fine agosto e raccolta in autunno.
Sebbene il topinambur sia molto resistente, il suo frutto è piuttosto delicato e, una volta raccolto, va conservato in frigo non più di una settimana/dieci giorni. Meglio se chiuso in una busta di carta.
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Perchè consumarlo?
Il topinambur è un ortaggio poco calorico (ogni 100gr apportano circa 73 calorie) e con pochi grassi, a bassa indice glicemico. Perciò assai indicato per chi soffre di diabete. Adatto anche ai celiaci perchè privo di glutine, è ricco di sali minerali e di vitamine (A, C ed E) che, insieme a carotenoidi e flavonoidi, combattono i radicali liberi, proteggendoci dalle infiammazioni e da forme virali come influenza e raffreddore. Per lo stesso motivo rallenta l’invecchiamento cutaneo.

E’ un alimento ricco di calcio e magnesio. Ma, soprattutto, di potassio (molto più della banana) per cui è considerato amico del cuore. Infatti è in grado di abbassare la pressione sanguigna e regolare la funzione del battito cardiaco.
Il suo indice glicemico pari a 50 e, per questo, è indicatissimo per tenere a bada gli zuccheri. Tenete conto che l’indice glicemico delle patate è più elevato ed è pari a 117 per le patate cotte al microonde, 93 per le patate cotte al vapore e 77 per le patate lessate.
Come tutti gli alimenti di origine vegetale, il topinambur non contiene colesterolo. 100 grammi di topinambur cotto apportano al nostro organismo 2,7 grammi di fibre. Quindi possiamo consumare il topinambur cotto se vogliamo arricchire la nostra dieta di fibre vegetali che contribuiscono al corretto funzionamento dell’intestino e alla riduzione sensibile della stitichezza. E, per rinforzare questo concetto, contiene, come già detto, anche inulina che, agendo anch’essa come fibra, facilita il benessere intestinale.
La medicina popolare lo impiega anche per combattere i reumatismi mentre la fitoterapia come blando lassativo e diuretico.

Se, invece, vogliamo accennare alle controindicazioni possiamo dire che, nonostante si tratti di un tubero facilmente digeribile, nelle persone con un intestino un po’ più sensibile, può generare problemi di meteorismo. Per limitare al minimo questo rischio meglio consumarlo a piccole dosi (e non crudo con la buccia) ed evitare di associarlo a legumi o verdure (in particolare le crucifere).
Come cucinarlo?
Innanzitutto è necessario fornire alcune informazioni su come pulire il topinambur. Infatti si caratterizza per la sua forma bitorzoluta e una buccia irregolare. Se quest’ultima è sottile si può solo spazzolare e sciacquare il tubero per eliminare la terra che è rimasta sulla parte esterna e consumarlo così com’è (anche crudo). Se invece si deve pulirlo in maniera più decisa, ci si può servire di un pelapatate o di un coltellino affilato per sbucciarlo al meglio e poi tagliarlo come si preferisce.
E’ importante segnalare che il topinambur, esattamente come accade con i carciofi, tende ad annerire le mani (meglio quindi sbucciarlo indossando dei guanti) e ad annerirsi lui stesso. Appena pulito si consiglia dunque di immergerlo in una bacinella con acqua e limone, prima di utilizzarlo nelle ricette che si preferiscono.

Si può consumare crudo nelle insalate miste, anche grattugiato. Oppure cucinato come la patata, bollito o lessato al vapore e, poi, condito con olio e sale, saltato in padella, cotto al forno e, persino, fritto. E’ un contorno perfetto per i vostri secondi piatti.
Può essere aggiunto a vellutate e minestre per dare sapore e addensare. E la sua farina è usata anche per la panificazione. Si può conservare anche sottaceto, da solo o misto ad altre verdure nelle giardiniere.
Popolare in Piemonte, dove è noto come ciapinambò, è consumato con la bagnacauda, intingolo a base di acciughe, aglio, burro e olive.
Come coltivare il topinambur
Se ne avete la possibilità, provate a coltivare il topinambur nell’orto o in vaso. La coltivazione del topinambur è simile a quella delle patate e permette di avere a disposizione questo tubero a costo zero. Tra l’altro piantare topinambur nel proprio giardino o nell’orto sul balcone è molto semplice e si può fare a partire dal tubero stesso che si deve mettere sotto terra (nei mesi di gennaio, febbraio e marzo) meglio se ricoperto anche da foglie secche o paglia.

La coltivazione della pianta non richiede grande cura se non una buona quantità di sole e un po’ d’acqua (ma senza esagerare). I tuberi si raccolgono soprattutto a fine estate. L’importante è prenderne un po’ per volta e conservarli in frigo (durano generalmente 4 o 5 giorni).
Ciao da Tommaso!
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