Foglie, frutta, radici, sassi e greti di torrenti, protagonisti nei tappeti natura in poliuretano di Piero Gilardi.
Non si può parlare del lavoro di Piero Gilardi senza partire dai suoi “tappeti-natura“. Lavori dal forte accento cromatico e nei quali venivano declinate le infinite possibilità di un mondo artificiale nel segno del poliuretano espanso.
Orti di zucche, di angurie, sottoboschi di foglie, sassi e radici, greti di torrenti, piccoli prati di pannocchie cadute durante la raccolta. Insomma frammenti di paesaggio in gommapiuma che invitano al tatto e al contatto.

I tappeti natura sono una serie di opere in poliuretano espanso che riproducono fedelmente scenari naturali, quali una spiaggia ghiaiosa, una porzione di albero, un orto, un giardino o un sottobosco. Lo scopo dell’artista è ironico e polemico. Piero Gilardi prende spunto dalla pop art statunitense, in particolare dalle creazioni di Claes Oldemburg. E denuncia l’intervento dell’uomo che ha trasformato la natura in realtà asettica e del tutto artificiale.
Per raccontarla con le parole dell’artista…
Un’arte non mummificata, fatta di opere che sono momenti di relazione, su cui sdraiarsi, chiacchierare, dormire, fare l’amore.
Il poliuretano espanso delle sue sculture è accogliente e avvolgente. Fatto per essere provato e toccato. Per creare un rapporto fisico e di pensiero. Materiale necessario per offrire al nostro corpo e al nostro tatto quella sensazione di natura immersiva, a cui Piero Gilardi ha sempre aspirato.
Questa sorta di interattività diviene una costante nell’opera di Piero Gilardi. E lo qualifica come uno degli esponenti più autorevoli dell’Arte Povera.

La definizione di tappeto-natura viene usata dall’autore, per la prima volta, nel 1966. Precisamente in una scheda di presentazione per la mostra da Sperone, a Torino. Così scriveva Gilardi: “Spero di poter riunire, un giorno, tutti i tappeti che sto realizzando. In un luogo largo e piano, racchiuso da una cupola informe e opalescente: in quell’ambiente rarefatto l’immagine di ogni tappeto comincerà a dilatarsi e deformarsi secondo un ritmo organico incomprensibile ma accettabile… L’effetto è di una natura artificiale in cui le sorprese e i misteri della natura vera stimolano il cervello ma si flettono elementarmente sotto i piedi“.
Ettore Sottsass diceva che i tappeti-natura erano un esorcismo contro la morte della natura causata dallo sfrenato sviluppo industrialista del dopoguerra.
L’aspetto più interessante e intrigante dei tappeti-natura di Piero Gilardi è il loro essere un ossimoro in termini. Rappresentano, in maniera del tutto realistica, spezzoni di natura, utilizzando un materiale come il poliuretano espanso (che di naturale non ha niente, anzi).

In conclusione i tappeti-natura sono delle opere interattive che accolgono il corpo.
Piero Gilardi vuole istruirci su come le tecnoscienze, usate nel modo appropriato, ci possono aiutare a salvare l’umanità dall’ecocidio imminente.
Ecco qua una galleria dei suoi tappeti natura.
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