Marylin Monroe, la zuppa Campbell, i fiori, ecc… sono i soggetti artistici di Andy Warhol che usa per essere trasformati in icona.
Andy Warhol creò le sue installazioni basandosi sulla serializzazione delle immagini. Alla base delle sue operazioni artistiche, infatti, vi fu la trasformazione in icona, attraverso la ripetizione continuativa, di un prodotto commerciale o di un prodotto mediatico.
Tutte le mie immagini sono la stessa… ma anche molto diverse… cambiano con la luce dei colori, col momento e l’umore… la vita non è forse una serie di immagini che cambiano mentre si ripetono?
Andy Warhol
Considerando questo, ecco i soggetti più importanti nella produzione di Andy Warhol.
Marylin Monroe
La ripetizione seriale del dipinto raffigurante l’attrice Marilyn Monroe trasformò il suo volto in un’icona della società americana. Andy Warhol applicò questa procedura a molti prodotti commerciali e mediatici, creando una moderna mitologia del consumismo. In questo caso, l’attrice Marilyn Monroe, si può intendere come un prodotto mediatico in quanto diva del cinema hollywoodiano e mondiale. E, di conseguenza, il suo volto si trasforma nell’icona di un desiderio di massa.

Il ritratto di Marilyn Monroe non presenta alcuna resa spaziale tridimensionale. La sua lettura deve essere immediata. L’immagine è, quindi, bidimensionale e si staglia contro un fondo uniforme. In questo modo ogni particolare non significativo viene tralasciato, esaltando completamente il carattere iconico del ritratto.
La zuppa Campbell’s
Alle scatolette Campbell è dedicata una quantità enorme di quadri. Più che in altri soggetti artistici di Andy Warhol, nelle famose zuppe vengono sfruttati i meccanismi della pubblicità. Il famoso bombardamento mediatico, colpendo in maniera subliminale, provoca quel meccanismo del «riconoscere», che è una delle molle, a livello inconscio con cui le masse manifestano le proprie scelte e preferenze.

Ogni dipinto è la replica di un modello originale con l’aggiunta di qualche piccolo dettaglio distintivo in uno di essi. Tutti i moduli vengono allineati per ricordare l’esposizione dei prodotti in un supermercato. Le scatole di Campbell’s soup sono stampate su di un fondo bianco per metterle in evidenza. La confezione rossa, strategico progetto di packaging pubblicitario, è ideale, infatti, per creare un’immagine iconica.
Flower Series
Andy Warhol è oggi ricordato soprattutto per le sue pionieristiche stampe serigrafiche. La serie ‘Flowers’ di Warhol del 1964, tuttavia, esula da tutte le altre precedenti. Fu una virata artistica rinfrescante e sorprendente dai temi iniziali della cultura pop e del commercialismo. Mentre oggi la serie Flowers, può fondersi perfettamente con l’opera di Warhol, all’epoca, l’argomento fu considerato un netto distacco dalle sue immagini precedenti legate alla pubblicità.

Ecco che questi fiori, apolitici e sottratti al tempo e allo spazio, sono diventati un simbolo pop della natura stessa. Ma piuttosto che legame diretto con la natura stessa, Warhol ha usato una fotografia di fiori di ibisco, trovata nel numero del 1964 di Modern Photography.
E poi Patricia Caulfield, la fotografa di questa immagine, l’ha scoperto, e ha intentato una causa contro Warhol nel 1966 per uso non autorizzato della sua immagine. C’è qualcosa di ironico, quasi comico in questo. Warhol subì una causa per aver utilizzato una semplice immagine di fiori, dopo anni di repliche di immagini protette da copyright.

Mao
Nel 1973 Andy Warhol decise di dedicare una delle sue serigrafie proprio al dittatore cinese. Partendo da un’immagine tratta dal famoso Libretto Rosso dello stesso Mao, Warhol sviluppò una serie di serigrafie colorate. Nonostante la ripetizione, ogni opera diventa un’entità autonoma, grazie all’uso di colori tanto diversi tra loro che alterano il volto e l’espressione del personaggio. E, così, lo caricano ogni volta di una emotività diversa.
L’intento di Warhol era quella era quello di criticare, agendo all’opposto, la mancanza di creatività che sembrava emergere dalla società cinese dell’epoca. Rendendo seriale il volto del leader cinese, l’intenzione di Warhol fu quella di togliergli la sua valenza semantica e lo ridusse ad una semplice decorazione.

Ultima cena
‘Last Supper‘ è l’ultimo progetto a cui Warhol lavorò. E realizzò un numero impressionante fra grandi tele, particolari e disegni. Tra questi la maggior parte sono ingrandimenti di dettagli dell’opera, del volto e della mano destra di Cristo, della mano fra gli apostoli che stringe il pugnale o di piccoli gruppi di figure.
In questo ciclo Warhol ricorse a tutti gli stilemi pop che aveva sperimentato nella sua precedente produzione. Infatti riscontriamo la ripetizione del soggetto, esasperata fino all’estremo oppure il raddoppiamento del soggetto principale della tela, con il conseguente spaesamento. Ed infine la riduzione della composizione nei suoi elementi fondamentali e in linee essenziali.

Ciao da Tommaso!
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