Un esempio di delirio da covid in cui è sempre più frequente imbattersi nelle chat di classe, nei discorsi in casa o a scuola.
Comincia tutto con un normale messaggio sulla chat di classe: “Ciao, mio figlio è positivo”.
Da lì, da un banale messaggio, scatta la follia. Il delirio da covid.
L’invio di quel messaggio è il “momento zero” della storia. Non quando la madre legge l’esito del tampone positivo del pargolo. No, quello è ancora un momento intimo e privato, gli altri genitori sono ancora ignari del delirio che li attende.
L’invio del messaggio è la scintilla. Da quel momento si scatena l’inferno, come recitava un grande generale.
È la palla di neve che comincia a rotolare fino a diventare valanga.
È la pallina che corre sul piano inclinato che non puoi più fermare.
A quel messaggio ne seguono altri, timidi e composti: “ooh poverino! L’importante è che stia bene!”. Poi qualcuno solleva la domanda delle domande: “Ma quindi la classe va in quarantena?“.
— Quarantena è la prima parola che innesca il delirio —
Eccolo lì, il punto di non ritorno.
Sì, la classe va in quarantena.

Ma tutti?
Solo i contatti stretti?
Ma si calcola dalle 48 ore? O dalle 72?
Ma si deve comunicare?
Ma chi lo comunica?
Il genitore alla scuola e la scuola all’ASL e l’ASL alla classe?
O il genitore all’ASL e l’ASL alla scuola e la scuola alla classe?
Ma qualcuno lo comunica a qualcuno?
A me non è arrivato nulla sulla mail? Voi avete qualcosa?
Ma mio figlio non era a scuola nelle 48 ore prima, è in quarantena?
Ma 48 ore prima di cosa?
Dei sintomi.
Del tampone.
— Tampone è la seconda parola che innesca il delirio — (e… in effetti… avete visto tutti ciò che si è scatenato!)
Il tampone deve essere molecolare però.
Anzi, anche antigenico va bene.
Ma antigenico in farmacia, no quello fatto a casa.
Ma è attendibile?
Si, però deve sentire male, quando glielo fai. Mah…
E arriva qualcosa da ASL?
A me è arrivato.
A me no.
A me si ma è sbagliato.
A me si ma non lo riesco a scaricare.
Ma se io sono negativo e mio figlio è negativo sono in quarantena anche io?
Ma c’è il congedo parentale anche se è negativo?
Si? Pagato al 50%. Ah, allora chiedo ferie.
Va beh, tanto io sono in smart working, che con i figli a casa è tutto tranne che “smart”.

Ma se non ho ferie i bambini chi me li tiene se sono in quarantena?
Poi dopo 10gg rientrano con il certificato.
Di tampone negativo.
T0.
T5.
T10.
Dell’asl.
Del pediatra.
Del farmacista.
Del portinaio.
Ma il tampone dove si fa? E come si fa?
Positivo, negativo, una lineetta, due lineette.
Alle farmacie ci sono file assurde. Lo faccio privatamente.
Io uso il voucher.
Il voucher? Che cosa sarebbe il voucher? Io non ce l’ho, non mi è arrivato.
Ah no, è appena arrivata una nuova mail della direttrice, controlliamo.
Ma dove l’hai letto? Nella chat di classe.
Nella chat delle rappresentanti di classe.
Nella chat con le insegnanti.
Nella chat del basket.
Il tampone è gratuito.
No, è a pagamento.
Gratuito con foglio della scuola.
No, dell’ASL.
E del pediatra?
Ma anche in farmacia o solo al drive?
Ma tu sei contatto stretto?
Vaccinato si.
Vaccinato no.
Vaccinato si con 2 dosi.
Vaccinato si con 3 dosi.
Vaccinato si con 2 dosi da meno di 120 giorni.
Vaccinato si con 2 dosi e guarito da Covid.

Che fortuna all’asilo, non avete la DAD.
— DAD è la parola che innesca il delirio sul versante scuola —
Anzi si, più o meno, a volte, per 20 minuti.
Alla primaria abbiamo la DAD.
Ma non si dice DID?
Abbiamo la didattica mista.
Se il tampone non lo faccio, posso avere la DAD lo stesso?
In segreteria hanno detto di no. Ma la maestra mi ha detto invece di sì. Boh…
Ma tanto non abbiamo la connessione a scuola.
E non abbiamo l’insegnante perché ha il covid.
Oh, un’altra mail dalla scuola che ha come oggetto “Nuove disposizioni per il rientro…”
Sospensione dalla didattica e quarantena sono la stessa cosa?
Partono insieme? Terminano contemporaneamente?
Ah… no! Che differenza c’è? Chiediamo al rappresentante di classe.
Ma tu sei contatto stretto negativo?
O contatto stretto positivo?
O non sei contatto stretto?
O non sei contatto stretto ma sei positivo lo stesso?
Magari non sei nemmeno un contatto.
Non so, chiedo all’ASL.
No, chiedi alla scuola.
No, chiedi alla pediatra.
Ma se quando rientrano c’è un nuovo caso?
Si ritorna alla prima casella.
Scusate ma in tutto ‘sto delirio da covid, i bambini come stanno?
Bene.
E voi?
Bene.
Forse.
Ve lo dico a fine mese, se ci arrivo.
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