Progresso

Il Grande Progresso Portato Dal Modello NeoLiberista

di Gianni Spulcioni

Il progresso socio economico dal dopoguerra al 1989 fino all’affermarsi dell’economia di mercato e del liberismo. Unico aspetto positivo?

Continuiamo la nostra storia sul Neoliberismo, iniziata con L’Economia E Il Suo Impatto Sulla Vita Di Tutti Noi, e proseguita con Neoliberismo Economico: There Is No Alternative. Oppure No?. Provando a riflettere su eventuali aspetti positivi.

Oggi domina il modello economico liberista e stiamo vivendo una cruciale trasformazione tecnologica digitale. Il primo sta mostrando svariate incrinature, la seconda non è tutta luccicante oro.

Tra il bianco e il nero c’è una scala infinita di grigi. Il bianco di chi vuole vedere solo il buono e il nero di chi percepisce solo il negativo, facendosene dominare. Equilibrio e misura, invece, per cercare di comprendere.

Più si approfondisce, più ci si rende conto che potremmo essere ad un bivio della storia come tante volte in passato. Non un epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca. Lo hanno detto in tanti. Tendo a crederlo anch’io.

E’ un lungo percorso quello che ci ha portato fin qui. Per capire, dobbiamo fare lo sforzo di mantenere una visione globale, non esclusivamente locale. Tutto è interconnesso. Ogni realtà locale è parte integrante del globale, come forse mai prima d’ora.

Mille cose avanzano, novecentonovantanove regrediscono: questo è il progresso.

Henri Frédéric Amiel
progresso e prosperità

E allora? Anzitutto va riconosciuto il cammino di progresso e di prosperità che ha caratterizzato la storia dell’umanità, da circa metà ‘900 fino ad oggi, pur con molte ombre recenti.

Progresso e prosperità hanno convissuto con un lunghissimo periodo di pace tra i popoli. Anche se ci sono stati, e continuano ad esserci, conflitti locali. Talvolta devastanti ma pur sempre circoscritti, le cui conseguenze interessano magari il mondo intero. Ma senza le devastazioni e i milioni di morti sotto casa, come tante volte, nella storia passata anche più recente.

Progresso e prosperità hanno significato robusta crescita delle economie in molta parte del pianeta. Con la conseguente uscita dalla povertà di larghe masse di popolazione, specialmente nei paesi emergenti. Per prima la Cina, benedetta dallo sviluppo della globalizzazione. Si è allargata la classe media a livello planetario, anche questo è un riferimento di grande importanza, lo riprenderemo più avanti nelle nostre riflessioni.

Larghi strati delle popolazioni, anzitutto in Occidente, hanno potuto migliorare le proprie condizioni di vita, aumentare i propri consumi individuali. Molti hanno potuto accrescere la propria posizione sociale ed economica per sé e per i propri figli. Con un senso di ottimismo per il futuro che a lungo ha dominato lo scenario.

La ricchezza, cioè redditi e patrimoni, è andata aumentando. Il benessere si è diffuso. E lo Stato, col tempo, si è fatto carico dei bisogni di assistenza e previdenza, istruzione e formazione dei cittadini, dando origine al cosiddetto Stato sociale e al welfare.

Restringiamo la nostra visione. Passiamo dalla ripresa in campo lungo al primo piano. Tutto si origina dopo la fine della seconda guerra mondiale, uno dei periodi più positivi e brillanti dell’umanità, subito dopo immani tragedie. Si protrarrà per circa 30 anni fino oltre metà anni Settanta del secolo scorso. I francesi li chiamano Les Trente Glorieuses (i trenta gloriosi), noi italiani parliamo degli Anni del Boom.

progresso e gli Anni del Boom

E’ la stessa cosa, un periodo (più o meno prolungato) di grande crescita, di fiducia e apertura al futuro. Un periodo che trasformò molte società e impose l’economia di mercato, consolidando il modello culturale liberista.

Un periodo di notevole miglioramento degli standard di vita, grazie all’aumento consistente del reddito pro capite, almeno per una certa parte del mondo.

Era un’economia senza le eccessive disuguaglianze di oggi, dunque più equilibrata, qualcuno ha detto più giusta. Ovviamente non per tutti e allo stesso modo. La realtà è sempre complessa. Per dire, nei paesi allora cosiddetti comunisti dell’Europa orientale, o in Cina e in India, la situazione era ben diversa, i poveri erano masse enormi e tali rimasero. Ma ci interessa qui, cogliere i fili rossi di fondo.

Progresso significa che per tutto occorre sempre meno tempo e sempre più denaro.

Frank Sinatra

Fu allora che decollarono una serie di istituzioni sovranazionali che contribuirono allo sviluppo e al successo economico, come tra gli altri il Fondo Monetario Internazionale e il GATT (General Agreement on Tariffs and TradeAccordo Generale sulle Tariffe Doganali e il Commercio). Fu quest’ultimo che pose le basi per la diffusione del commercio internazionale. Così superò il protezionismo del periodo tra le due guerre mondiali, che tanti danni aveva arrecato anche nei suoi risvolti politici, e, dunque, per la globalizzazione dei mercati come la conosciamo oggi.

In sintesi… In questo periodo si posero le basi economiche, sociali e politiche su cui poi si costruirà il mondo attuale. E possiamo individuare una data fortissimamente simbolica: il 1989, quando cadde il muro di Berlino che separava le due Germanie. E con esso, di lì a poco, l’obbrobrio sovietico ispirato al marxismo. La storia ne decretò la sconfitta. E, non a caso, qualcuno parlò di “fine della storia” (Francis Fukuyama, un politologo americano). Previsione non azzeccatissima, visto quello che è successo dopo.

progresso

Con la sconfitta finale del modello marxista alternativo al capitalismo, possiamo assumere il 1989 come simbolo della compiuta fioritura dei paesi sviluppati occidentali dopo la tragedia della guerra mondiale.

Il modello culturale neoliberista si era affermato e diverrà sempre più dominante, innestandosi su questa “fioritura”.

Nel prossimo articolo vedremo di riflettere anche sugli eventuali risvolti negativi. A presto.

Ciao da Gianni!

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