Nelle nostre vite dobbiamo perseverare nell’avere fiducia che seminare gentilezza possa portare ad un ritorno molto positivo.
E’ lungo il percorso per capire come seminare gentilezza.
Si comincia con immedesimarsi nei bambini. E provare a immaginare come reagiremmo noi al modo con cui vengono imposte le nostre idee.
Poi torna la memoria. Su questi due cardini, immedesimazione e memoria, comincia ad aprirsi la porta a una relazione alla pari, basata sulla gentilezza, proposta come un linguaggio che non cambia secondo i nostri umori o i risultati che si fanno attendere e vanificano la nostra fatica.

Abbiamo detto che la gentilezza è come una lingua che si impara. Non possiamo essere scortesi solo perché i bambini sono un po’ più lenti a crescere. Ci vuole tempo e pazienza.
E la fiducia che se si vuole raccoglier gentilezza bisogna seminare gentilezza.
Ma noi siamo impazienti con i bambini, preferiamo non crescere insieme in una situazione nella quale si rinuncia a qualsiasi uso della forza.
Forse anche la fragilità della democrazia deriva dal fatto che il modello di relazione politica ancora vincente è lo stesso che gli adulti scelgono di praticare nella relazione con i bambini.
Cioè quello alto/basso, gerarchico, come per esempio la monarchia o la dittatura. Ogni volta che c’è una crisi, purtroppo anche nelle democrazie, chi governa decide di trattare i suoi concittadini nello stesso modo in cui sono educati i bambini.
Bisogna anche tenere conto che molto spesso la cosa più offensiva che si può dire nel corso di una discussione è “smettila di fare il bambino“.

Quindi le relazioni tra pari, gentili per definizione, non hanno solide fondamenta e da questo deriva che anche la relazione tra io e me è di tipo gerarchico, ed è così che impariamo a maltrattare noi stessi.
Anche questa capacità di maltrattare noi stessi fa parte del senso della possibilità, perché non esiste in natura, come non esiste la gentilezza.
È una nostra invenzione. E prima ce ne rendiamo conto, prima possiamo mettere mano a un cambiamento indispensabile: ovviamente di tipo culturale.
Il maltrattamento fa parte del nostro modo di immaginarci il mondo e di creare il mondo.
Per maltrattamento intendo tutte quelle azioni che vengono portate avanti senza rispettare i segnali di arresto. I quali chiedono di interrompersi e rispettare le preferenze di colui che altrimenti si sente non ascoltato e quindi, in misura più o meno grande, maltrattato, cioè non trattato come vorrebbe.
Come sostengono molti educatori, a questo punto, la questione riguarda il fatto che la gentilezza può convivere anche con una dose minima di maltrattamento accettabile.

Esiste per loro, come sostiene per esempio Winnicott e molta pedagogia, una specie di uso farmacologico che fa della scortesia un rimedio utile da somministrare in tutte le relazioni dove uno ne sa di più e uno ne sa di meno. Ovvero in quelle relazioni condizionate dall’uso della forza e dal potere.
In tutte le relazioni asimmetriche, che sono quelle nelle quali c’è qualcuno che si considera autorizzato a utilizzare la forza e quindi la scortesia, ci sono degli effetti collaterali che vengono attribuiti a tutto meno che alla forza. Si parla di fasi di crescita, di un particolare momento di crisi, oppure di un brutto carattere.
Noi pensiamo e lavoriamo, perché possa esistere una società di “Trappari“, persone che non ricorrono mai alla forza, neanche quando hanno competenze superiori agli altri.
Saluti da Renato!
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1 commento
Grazie signore. Renato per aver descritto questa , purtroppo, realistica condizione cui noi genitori, intesi come primi educatori, viviamo. Personalmente mi sono grata per aver lavorato su me stessa per portare il rispetto che merita a mio figlio, mente meravigliosa. Trattare un figlio con gentilezza e rispetto significa dare tempo, spazio, senza etichettature. Offrire loro comprensione in un range di piccole ma ben precise regole, può far davvero la differenza. Accogliere senza giudizio un errore, chiedere scusa loro quando anche noi genitori erriamo può darci la stupenda opportunità di crescere futuri cittadini consapevoli, democratici e moderati. Caratteristiche che ultimamente sono un po carenti. Grazie infinite per il suo contributo.