maltrattare per educare

Maltrattare Per Educare Educa A Maltrattare

di Renato Palma

Maltrattare per educare, anche con minime dosi di scortesia, alla lunga può portare più svantaggi che vantaggi.

L’educazione si dimostra gentile se tutto va secondo i suoi progetti. Ma, appena qualcosa non va come prevede, torna a frequentare un vecchissimo compagno di viaggio, il maltrattamento. Il quale nel frattempo si è molto evoluto e raramente ricorre a quelle forme inaccettabili di punizione fisica. Ma si lascia ancora tentare da ogni tipo di punizione affettiva.

Lo scopo dell’educazione è quello di trasformare gli specchi in finestre.

Sydney J. Harris

Sappiamo bene come fare. Prima di tutto l’insistenza. Il motto è “forzalo un po’ e vedrai che alla fine raggiungerai il risultato che volevi“.

Non vuole andare all’asilo? Forzalo un po’. Gli serve a imparare che non può sempre fare quello che vuole. Soprattutto in campo affettivo. Se si sente meno amato non importa. Tra poco dimenticherà tutto.

maltrattare per educare

Non c’è un bambino che ricordi come abbia iniziato la sua relazione con l’istituzione scolastica. Si ricorda, però, che si è sviluppata con un affetto decrescente. Molto all’asilo, meno alle elementari e poi sempre meno, a mano a mano che cresceva l’impegno cognitivo

Quello che voglio sottolineare è che noi decidiamo, per i nostri bambini, che una certa dose di adattamento alla scortesia, al maltrattamento, è indispensabile per ottenere i risultati voluti. Non solo sul piano pratico ma anche sul piano relazionale. Siamo accettati solo se non creiamo problemi agli adulti.

Dovrebbe essere chiaro che maltrattare per educare educa a maltrattare.

maltrattare per educare

Educa a maltrattare sé stessi. Ma educa anche a maltrattare gli educatori. Quando sarà possibile perché i bambini saranno diventati ragazzi. In questo caso i genitori e gli insegnanti pensano di aver fallito. Non ritengono di cambiare la qualità della relazione.

Educa, poi, anche gli adulti, quando prenderanno decisioni, a maltrattare le loro compagne di avventura, che pure dicono di amare, e qualsiasi loro compagni di viaggio. 

E poi la natura

La domanda dovrebbe essere: ‘come abbiamo fatto a seminare così tanto maltrattamento da riuscire a mettere a rischio la nostra stessa sopravvivenza?‘. Aggrediamo il sistema che ci ospita, proiettando sulla natura la nostra idea, tratta dalla relazione bambini adulti, che non è importante il modo in cui otteniamo il risultato.

Ovviamente il maltrattamento è la conseguenza del sentirsi superiore. Ed è questa superiorità che autorizza il ricorso alla forza, alla scortesia. Noi sappiamo qual è il risultato da ottenere e per questo siamo autorizzati a non fermarci di fronte ai molti segnali che ci chiedono di ripensare a quello che stiamo facendo e a come lo stiamo facendo.

maltrattare per educare

Però noi siamo anche capaci di riflettere. E questa facoltà, per quanto non sia facilitata, ci ha aiutato a creare, nei secoli, un mondo sempre meno propenso a usare la forza.

Così come l’educazione spesso frequenta il maltrattamento, la gentilezza vuole stare insieme alla fiducia.

Noi ci fidiamo solo delle persone che non ci maltrattano. Possiamo sforzarci di fingere di fidarci delle persone che ci maltrattano, ma in realtà, nel profondo, sappiamo benissimo che la fiducia è la qualità di una relazione nella quale non ci sentiamo maltrattati.

Vale la stessa cosa anche nella relazione che abbiamo imparato, nel lungo percorso educativo, ad avere con noi stessi

Il nostro senso della possibilità ha creato la capacità di riflettere, di pensare, di dialogare con noi stessi, come prima dialogavamo con gli adulti. In questo modo abbiamo imparato che maltrattandoci, non trattandoci con attenzione e gentilezza, non possiamo fidarci neanche di noi stessi

educazione

Noi sappiamo benissimo che l’educazione è una forma autorizzata di scortesia. Ma molti pensano che non si possa dire. Un po’ perché dovremmo assumerci la responsabilità delle conseguenze che provochiamo nei giovani. E poi perché è una di quelle verità che non sarebbe accettata da molti che fanno dell’educazione il loro campo professionale. 

Se noi dicessimo appunto che forzare i bambini è un elemento di scortesia, diremmo una cosa molto ovvia. E cioè che…

…l’educazione si caratterizza come una relazione nella quale la scortesia non solo è ammessa, ma addirittura viene scelta come utile strumento per ottenere certi risultati.

Saluti da Renato!

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