LEGO ha, da tempo, inaugurato i mattoncini di plastica vegetale, in cerca di una plastica sostenibile che testimoni un impegno dell’azienda in aiuto dell’ambiente.
Il nome di questo intramontabile gioco deriva dalle parole ‘LEg GOdt’ ovvero “giocare bene”. E cosa può fare più bene della “sostenibilità ecologica”? Giocare bene equivale, oggi, a giocare sostenibile.
Quindi, anche il mattoncino dice addio alla plastica. LEGO ha annunciato il cambio di marcia green che, nelle intenzioni, avverrà entro il 2030. E si concretizzerà con l’uso di materiale riciclabile per le costruzioni giocattolo, così come per il packaging, con l’utilizzo di confezioni ecosostenibili.
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Il materiale, che ha superato il vaglio dei numerosi esperti, è un polietilene ‘bio’, una plastica morbida ottenuta dalla lavorazione della canna da zucchero.
I primi set sono già stati distribuiti in Germania, Austria e Regno Unito, per poi toccare Usa, Canada e altri Paesi.
Tutti gli elementi botanici, foglie LEGO, cespugli e alberi, che rappresentano dall’1% al 2% di tutti i prodotti LEGO, saranno realizzati con questo materiale in futuro. Ma il marchio intende fare ancora di più. Espandere la produzione di blocchi sostenibili nell’ambito della propria partnership con il World Wildlife Fund, fino a raggiungere il 100% ecologico.
Alla LEGO Group vogliamo avere un impatto positivo sul mondo che ci circonda e stiamo lavorando duramente per realizzare fantastici prodotti di gioco per bambini che utilizzano materiali sostenibili
Tim Brooks, vicepresidente della responsabilità ambientale del LEGO Group, in un comunicato stampa.

A prima vista, la canna da zucchero sembrerebbe essere un materiale cattivo e appiccicoso per i pezzi LEGO, ma l’azienda assicura ai propri clienti, che i nuovi blocchi sono essenzialmente identici a quelli vecchi. ‘È ancora plastica, ma è una forma di plastica che ha meno impatto sull’ambiente’, ha fatto sapere il marchio.
Gli appassionati LEGO spesso costruiscono, immaginando mondi ideali e fantastici, ma sempre, con la consapevolezza che l’inquinamento plastico, nella realtà, sta travolgendo gli ecosistemi di questo che è il miglor mondo che abbiamo.
Ecco perché LEGO ha deciso di abbandonare la plastica nella sua catena di fornitura, aiutando anche determinati clienti a sentirsi meno colpevoli per l’acquisto di nuovi blocchi.
A partire dal 2009, il marchio afferma di aver prodotto 400 miliardi di pezzi LEGO, il che significa che il suo contributo all’inquinamento plastico è davvero enorme.

Perciò, visto il pianeta e visti soprattutto gli oceani, salutiamo con grande fiducia questa rivoluzione verde del mattoncino danese!
Ciao da Tommaso!
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