La resistenza al cambiamento è una condizione che affligge molte persone in svariate situazioni. Le seguenti sono le cause principali.
La resistenza al cambiamento è uno stato mentale in cui l’angoscia emotiva, causata dalla possibilità di cambiare, assume il ruolo di cartina tornasole. Cerchiamo di soffermarci su quelle che, si ipotizzano essere, le principali cause di questa situazione emotiva.
1 – Il rischio di attuare un cambiamento è percepito come maggiore, rispetto al rischio di restare fermi
Mettere in atto un cambiamento richiede una sorta di atto di fede: si decide di muoversi in una direzione ignota con la promessa che questo porterà ad un miglioramento. Ma non ci sono elementi di certezza. Le persone sentono che basarsi solo su un atto di fede è, per loro, rischioso. E così che si innesca la resistenza al cambiamento!
L’unica costante nella vita è il cambiamento.
Buddha
2 – Le persone sentono di far parte di un gruppo che si identifica con un certo modo di pensare e lavorare
Gli individui sono esseri sociali e tendono ad identificarsi con il lavoro che svolgono, nel modo in cui lo svolgono. Questo li porta a stringere un legame, anche affettivo, con quello che fanno e con le persone che collaborano con loro. Non si può da un giorno all’altro dire che quello che fanno non va bene, e che occorre cambiare. E’ necessaria un pò di diplomazia e di tatto nel porgere la questione.
3 – Le persone non riescono ad immaginare se stesse, una volta attuati i cambiamenti
Questo fatto può generare il timore di perdere la propria identità. E’ importante che il modello a cui si vuole arrivare, sia chiaro, in modo che ciascuno possa ritrovare il proprio ruolo nella realtà cambiata. Magari diverso dal passato ma ugualmente significativo. Se non si precisano i meccanismi operativi del nuovo modello c’è il rischio di essere visti come visionari, lontani dalla realtà e che sorgano obiezioni del tipo “Non si può fare” o “Non può durare” mentre invece occorre solo sviluppare collaborazione sul come farlo.

4 – Le persone hanno il timore di non avere le capacità e le competenze per gestire una realtà nuova
Si tratta di un timore che gli individui raramente ammettono. E’ quindi difficile intercettarlo nell’ambito di normali conversazioni. Occorre comunque tenerlo presente, perché agisce in sottofondo ed è pericoloso affrontarlo frontalmente.
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5 – Le persone si sentono affaticate ed in alcuni casi sopraffatte dall’esigenza di cambiamento
Questo ha a che vedere con le abitudini lavorative. Una volta che un certo modo di lavorare è stato metabolizzato, ciò favorisce gli automatismi, il risparmio di energie e l’abbassamento del livello di stress. Ogni cambiamento, o novità, mette tutto ciò a repentaglio e sentiamo istintivamente di doverci opporre. E’ quindi opportuno che ogni cambiamento venga introdotto con gradualità, in modo da consentire alle persone di metabolizzarne i contenuti ed apprezzarne man mano i benefici.
6 – Le persone sono per lo più scettiche rispetto alle novità
Hanno bisogno che gli obiettivi attesi siano eclatanti, altrimenti non si attivano e tendono a mandare avanti gli altri. Se invece comprendono che l’iniziativa rischia di avere successo, creando delle opportunità per chi vi partecipa, allora fanno in modo di essere arruolati al più presto. E’ quindi importante che venga presentato il quadro dei benefici attesi e delle opportunità, per chi collabora nel processo di cambiamento.
7 – Gli esseri umani sono, per istinto, conservatori
Questo fatto è il prodotto dell’evoluzione della specie. Anche le persone più convinte e mature sanno che, partecipando ad un’iniziativa di cambiamento, è probabile che si ritrovino contro buona parte del resto delle persone intorno. E questo fatto intimorisce e può portare a defilarsi.

Forse, prendendo in considerazione le cause, riusciremo ad accogliere con più entusiasmo i cambiamenti che ci capiteranno o che faremo in modo che ci capitino.
Ciao da Tommaso!
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2 commenti
il cambiamento in biologia si chiama evoluzione. l evoluzione e’ cieca. non sa prima. agisce scartando le pratiche che non si rivelano efficaci. e di sicuro queste sono infinite. insomma per evolvere bene bisogna sbagliare molto. piccolo problema. sbagliare e’ pericoloso.
Il più grande nostro limite siamo proprio noi stessi…ciao Tommaso e grazie