scrivere una lettera

Le 10 Regole Per Scrivere Una Lettera Oggi

di Tommaso Baldi

Può sembrare anacronistico, visti i tempi frettolosi che corrono ma ascoltiamo queste 10 regole per scrivere una lettera oggi.

Vi chiederete… un articolo su come scrivere una lettera? Scrivere con una penna? Su un foglio di carta? Oggi che abbiamo Whatsapp, i computer, le tastiere di vario tipo, ecc….?

Ebbene sì. Noi siamo di vecchio stampo. Ci piacciono le novità, il progresso, la tecnologia ma, contemporaneamente, amiamo le cose di un tempo. Le affascinanti abitudini legate a periodi che abbiamo amato e che sembra tutti oggi abbiano dimenticato.

Tra queste buone abitudini, la più dimenticata, ma anche la più intrigante, è quella di scrivere una bella lettera, sentita, con una bella calligrafia, annusando l’odore della carta. Scrivere una lettera oggi non è più come cinquanta, quaranta, trenta, venti, e forse nemmeno come dieci anni fa.

Riconoscere la scrittura di un amico su di una busta solleva il cuore, anche nel giorno più grigio.

Charlotte Gray

Viviamo in un’epoca di rapide, anzi rapidissime, trasformazioni sociali e di costume. Il fatto nuovo non è la trasformazione. Il fatto veramente nuovo, e in un certo senso inquietante, è la rapidità crescente con cui le trasformazioni avvengono. Tutto cambia, tutto evolve e si trasforma quindi. Anche lo stile con cui ci esprimiamo, sia per iscritto, sia oralmente. Ogni epoca ha il suo ritmo. Quello della nostra epoca, è un ritmo forsennato.

Sull’onda di radio, giornali e, soprattutto della televisione, fra chi comunica e il destinatario della comunicazione, si sono inseriti due elementi nuovi: la fretta e l’immagine. Oggi chi scrive (un articolo o una lettera) deve sapere che non si legge più come una volta, sprofondati in una comoda poltrona, con un libro tra le mani e un’intera serata a disposizione. Chi scrive deve sapere che oggi si legge dove si può, quando si può, come si può. In treno, sul tram, negli intervalli di lavoro, sotto il casco della parrucchiera, allo stadio nell’intervallo, ecc…

La fretta, quindi, ha rivoluzionato le nostre abitudini e i nostri gusti. Non sta a me giudicare se positivamente o no, ognuno si sarà fatto la sua opinione personale. Certo è che la velocità con cui affrontiamo le cose, ci costringe a perdere e lasciarne indietro altre che non reggono il ritmo. L’immagine, in modo particolare, molto efficace perchè immediata, è diventata la regina della comunicazione. Ed è a tutti gli effetti la grande concorrente della scrittura.

scrivere una lettera

Perciò proviamo con le nostre forze a combattere tutto questo. Ecco le principali regole a cui attenersi per scrivere una lettera oggi.

1. La più importante, evitare strafalcioni

Nel corpo della lettera dobbiamo evitare errori grammaticali grossolani e macroscopici e, peggio ancora, ortografici. Stiamo attenti. Lo strafalcione è sempre in agguato, a dispetto della nostra preparazione linguistica. La nostra lingua è piena di trabocchetti, specialmente nelle doppie e nel plurale di certi nomi, per non parlare di h fuori posto con il verbo avere.

Meglio diffidare e accertarsi, controllando se necessario, sul vocabolario (condolianze o condoglianze, onnomastico o onomastico, le camice o camicie, essi anno o essi hanno?). L’infortunio può capitare a tutti. Ma, se capita, può essere fatale per la nostra immagine, cioè per la nostra considerazione che il destinatario della lettera avrà di noi.

Sembra paradossale, e tuttavia è così. La nostra reputazione è spesso legata a errori di questo genere, spesso dovuti a sviste, anche di personaggi insospettabili. Perciò… se sulle doppie o su quel tale verbo c’è un dubbio, il minimo dubbio, subito controllare sul vocabolario più vicino. Se non lo avete, procuratevelo immediatamente.

2. Evitare correzioni, a costo di rifare la lettera

La correzione, specialmente se vistosa, denuncia innanzitutto mancanza di riguardo (non è gradevole alla vista), insicurezza, ripensamento e indecisione. L’immagine che si ricava da una lettera con correzioni è quella di un soggetto pieno di dubbi, instabile e immaturo, anche se molto colto. Inoltre è buona educazione non presentare sul foglio macchie o segni estranei al testo. Che idea ci si può fare di chi t’invia una lettera tutta spiegazzata, con macchie e scarabocchi? Quella di una persona trasandata e, quindi, maleducata e irriguardosa.

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3. Scrivere in modo leggibile o, se non altro, facilmente decifrabile

Di fronte ad una lettera illeggibile, la prima impressione è di fastidio. E la seconda è d’irritazione. Il destino di lettere del genere si lascia facilmente immaginare: quello di non essere lette e buonanotte. Scrivere in modo leggibile è segno di buona educazione. Non solo, ma è anche una dimostrazione di rispetto e di disponibilità nei confronti del prossimo.

4. Controllare le maiuscole e le minuscole

Se scrivete a una persona di riguardo alla quale date del lei, ovviamente il riguardo deve continuare nei possessivi e nei pronomi personali che si riferiscono alla persona a cui vi rivolgete in forma rispettosa. Facciamo qualche esempio:

Egregio Avvocato, La ringrazioper il Suo pronto interessamento

  • A di avvocato maiuscola essendo riferito ad una specifica persona.
  • La con L maiuscola.
  • Suo con S maiuscola.

Diremo invece “Egregio avvocato Bianchi” con la a di avvocato minuscola. E, sempre all’inizio della lettera, ricordarsi che non si deve far uso di abbreviazioni. “Egregio Dottore” è corretto, non “Egr. Dott.“.

5. Attenzione al finale, firmare in maniera leggibile

Niente scarabocchi e tantomeno timbrare con le semplici iniziali, T.B. o cose del genere. Si firma con il solo nome, se la lettera è indirizzata ad un amico. Con nome e cognome, se la lettera è indirizzata a una persona alla quale vi rivolgete dandole del lei. Più specificatamente si firma:

  • soltanto col nome di battesimo (oppure il soprannome) se la lettera è indirizzata a parenti o amici.
  • con nome e cognome se la lettera è indirizzata a persone non familiari.
  • con nome e cognome, eventualmente preceduti da titoli, se indirizzata a persona di riguardo.
  • la donna sposata firmerà con il proprio cognome. Al quale, se vuole, potrà aggiungere quello del marito. Stessa cosa anche nel caso che la signora sia vedova.
firme su una lettera

6. Attenzione anche al post scriptum (abbreviato P.S.)

Il poscritto si pone dopo la firma sul lato sinistro del foglio, quando si vuole aggiungere qualcosa alla lettera già terminata. L’ideale sarebbe evitare tale aggiunte. Ma, se proprio è necessaria, che sia una semplice aggiunta, e non un’altra lettera nella lettera.

7. Evitare esibizionismi di carattere stilistico

No a periodi sofisticati, alla maniera dei classici. E anche ad esibizioni di cultura con incisi di questo tipo… “come diceva il Manzoni“. Non sono necessarie citazioni autorevoli, soprattutto se tirate per i capelli, soltanto per fare sfoggio di cultura.

8. Fare un’accurata revisione del testo

Rivedere i tempi, i modi, le concordanze del testo. Cancellare ciò che appare superfluo. Sottolineare, per contro, ciò che va particolarmente messo in evidenza, magari rafforzando il concetto con un aggettivo o un avverbio in più. Badare alla chiarezza, alla proprietà dei termini, alla concisione, tagliando i concetti ripetuti.

9. Posizionare correttamente la data

La data va posta sul margine superiore destro del foglio, preceduta dal nome della città o del paese da dove la lettera viene spedita. Questa è la regola. E queste sono le eccezioni: data nel margine inferiore destro al termine della lettera, preferibilmente quando il testo della lettera è breve.

Milano, 24 novembre 1990, con il nome del mese scritto in minuscolo. Oppure, alla francese, Milano, 24.XI.1990. I francesi sostengono, infatti, che per indicare il mese bisogna usare il numero romano, non quello arabo. Infine, non dimenticare mai la virgola tra il nome della città o del paese e la data vera e propria.

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10. Scrivere il corpo della lettera con le dovute accortezze

L’esordio, con cui inizia la lettera, va tutto a sinistra. Gentile signoreGentile signoraCaro amicoEgregio AvvocatoEgregio avvocato Bianchi… Poi la virgola e a capo.

"Carissimo amico,
è da alcuni giorni che non so più niente di te..."

E ancora, ripetiamo. Niente abbreviazioni nell’esordio. “Egregio Avvocato” e non “Egr. Avv.“, “Egregio Dottore” e non “Egr. Dott.“, “Caro Ingegnere” e non “Caro Ing.“, “Gentile signora” e non “Gentile sig.ra“. A proposito di signora, non si deve dimenticare di chiamare signora anche una donna non sposata. E’ questione di cavalleria! Quando diremo signorina? Quando ci rivolgiamo a una donna molto giovane.

Per quanto riguarda il corpo della lettera, bisogna tenere presenti i diversi tipi d’impostazione. Abbiamo il tipo di lettera a stile cosiddetto alternato, in cui le frasi sono scritte alternativamente. Nel senso che un capoverso comincia un poco più a destra del precedente mentre il seguente all’inizio del foglio, e così via. Poi, abbiamo lo stile classico in cui tutti i capoversi sono allineati.

Infine arriviamo alla chiusa o commiato. Ovvero i saluti e la firma. I saluti devono essere in tono con l’esordio. “Baci e abbracci” se il destinatario è un amico o un parente (ma anche “Ti abbraccio“, “Ti abbraccio affettuosamente“, “Affettuosi saluti“, ecc…). Non si invierà mai un abbraccio, o un bacio, e neppure un saluto affettuoso, alla persona alla quale ci si rivolge con un “Egregio Signore” nell’esordio. A questa persona si invieranno “i più cordiali saluti“, “i più rispettosi saluti“, “un cortese saluto“, ecc…

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Un saluto da Tommaso!

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