Un viaggio tra i nomi dei soldi, per leggere e comprendere in modo serio e trasognato anche le minime unità della nostra economia. Per iniziare, la lira.
Tempo fa abbiamo parlato delle parole dei soldi.
Però mi piacerebbe anche parlare dei nomi dei soldi.
Dollari, marchi, franchi, fiorini, yen, yuan, dracma, fiorino.
Tanti tanti nomi.
Ma il signore dei nomi, anzi, la signora, è lei.
La lira.

E’ da sempre la più utilizzata nel tempo e nello spazio.
Ed è stata la nostra per tanti anni.
Partiamo dal significato.
Lira sta per Libbra.
Libbra è una misura di peso.
Una libbra corrisponde a 12 once.
Ma cos’è un’oncia?
Dal latino uncia ‘dodicesima parte di un’unità o di un tutto’, derivato di unus ‘uno’ (sec. XIV).
Un’oncia è letteralmente uno. Dire in antichità dammene un’oncia avrebbe significato dammene un dodicesimo di qualsiasi cosa si trattasse.
Perché dodici?
Dipende dal modo di contare.
Si usavano ovviamente le mani.
Prendete la mano sinistra o destra. Poi, osservate il palmo. Vi sono quattro dita + il pollice. In ogni dita ci sono 3 falangi. Quindi, usando il pollice, potete contare le falangi fino a 12. Con l’altra mano potete ripetere l’operazione 5 volte. Cioè alla fine si può contare fino a 60…
Come del resto facciamo ancora oggi per il tempo o i gradi geometrici.
Con la scrittura arrivarono i grammi da grafia… ma è un’altra storia.
I nomi delle monete risuonano delle carezze di molte mani.
Elias Canetti
Torniamo alla Lira.
Ad ogni modo, lira è anche la ira. E l’ira significa sollevare, tenere, t…irare.
Essere preso dall’ira, significa avere i nervi i tesi.
E come dovevano essere i nervi nell’atto di pesare?
Ovviamente tesi.
Ed ecco che diventa libbra. Ed ecco che diventa lira.
E cosa suonano gli antichi? La lira, per esempio.
E cos’è la lira? Nervi tesi che pizzicati emettono suoni.
Piacevoli agli Dei.
Più o meno come le lire per gli umani.
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Alla prossima.
Ciao da Giuliano!
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