la legge del contrappasso

La Legge Del Contrappasso Nell’Inferno Di Dante Alighieri

di Tommaso Baldi

Ripercorriamo ed analizziamo l’Inferno di Dante attraverso la legge del contrappasso e tutte le sue caratteristiche.

Comunemente si scrive ‘contrappasso‘, ma il Sommo Poeta scriveva ‘contrapasso‘. E lo possiamo affermare perché Dante lo scrive così nel canto XVIII dell’Inferno, l’unica volta che compare.

La legge del contrappasso si basa sul fatto che che la punizione inflitta ai peccatori deve rispecchiare la natura dei peccati che hanno commesso durante la vita.

Perciò Dante usa il contrapasso come strumento per connettere il peccato alla sua rispettiva punizione. Infatti se esploriamo la parola stessa, contrappasso deriva dal latino contra e patior, cioè “soffrire il contrario”. E’ un principio che regola la pena che colpisce i rei mediante il contrario della loro colpa o per analogia a essa. E le cui radici teoriche affondano nella tradizione antica della legge del taglione.

Il contrapasso è un concetto che Dante ha riadattato dalla summa teologica di San Tommaso d’Aquino. Il santo combina l’idea aristotelica della giustizia reciproca con la lex talionis del vecchio Testamento, in contrasto con l’idea di “porgere l’altra guancia” che propone La Legge Nuova. L’espressione si applica a ogni azione. Per esempio, se una persona colpisce, è inevitabile che essa venga colpita.

Le sofferenze sono svelate in modi crudi e orribili per suggerire ai lettori di non fare gli stessi errori. Difatti, il contrapasso è anche uno strumento per noi, i lettori, per capire meglio le convinzioni di Dante. Coloro che Dante decide di includere nel suo Inferno, ci rivela molto sulla sua percezione di coloro che sono condannati all’Inferno. Un altro aspetto è il luogo dove lui decide di mettere le persone nell’Inferno. La posizione dei peccatori in base alla gravità dei loro peccati ci mostra più sulle opinioni di Dante.La sua integrazione del contrapasso nella organizzazione strategica dell’Inferno rivela quale giustizia Dante consideri adeguata al peccato rispettivo.

la legge del contrappasso

Dante ci presenta il peccato, il peccatore, e la punizione. In questo modo, ci lascia con il contesto e gli strumenti con cui noi stessi dobbiamo valutare la situazione del peccatore. Il Poeta lascia il lettore con il compito di collegare i punti. Ci dà la nozione di contrapasso ma ci lascia a proiettare il nostro pregiudizio sulla sua applicazione. L’ambiguità di Dante ci lascia con molte domande. La punizione si adatta al peccato? E’ troppo crudele la punizione? Infine, è abbastanza crudele? Queste sono cose che dobbiamo decidere in autonomia.

Nella Commedia, il contrapasso regola la pena che colpisce i peccatori attraverso il contrario alla loro colpa o per analogia alla loro colpa.

Il contrapasso attraverso il contrario alla loro colpa significa che la pena del peccatore è l’opposto del peccato. Per esempio, gli ignavi nell’Inferno sono quelli che non si sono mai schierati in vita, e quindi non hanno mai dovuto prendere una decisione. Come pena, gli ignavi sono costretti a una “sollecitudine inutile e constante da parte di insetti quali vespe e mosche oppure da vermi. Il movimento è l’unico modo per fuggire dagli insetti.

Se gli ignavi non vogliono essere attaccati, devono scegliere di rimanere in movimento per sempre. Questo è in contrasto con le loro vite terrene in cui mancavano il movimento o l’agitazione. Ora sono confinati in questo circolo vizioso dove sono costretti ad agire e a prendere una decisione in continuo. Questi insetti rappresentano la bassezza morale degli ignavi stessi.

Occhio per occhio finisce per rendere tutti ciechi.

Louis Fischer

Il contrapasso attraverso l’analogia alla loro colpa significa che la pena del peccatore è parallela al peccato. C’è un esempio di contrapasso per analogia nel quinto canto dell’Inferno. Il contrapasso di questo canto punisce coloro che sono lussuriosi. Una tempesta eterna porta i peccatori che è analoga alla tempesta delle passioni che li guidavano nelle loro vite. Le loro passioni li hanno lasciati indifesi durante la vita. Il contrappasso dice che il desiderio incontrollato è un peccato che merita una punizione. Dante vuole dire che la ragione può ma anche deve controllare la passione.

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