La gentilezza è una livella

La Gentilezza E’ Una Livella

di Renato Palma

Le relazione che prevede il ricorso alla forza, anche se in piccole dosi, è una relazione asimmetrica. Invece la gentilezza è una livella.

Così, secondo le argomentazioni trattate in Maltrattare Per Educare Educa A Maltrattare, la narrazione accettata è che sono i bambini che ci obbligano ad essere scortesi, perché sono poco pronti a essere collaborativi. Sono loro che devono collaborare con noi, e non imparare da noi a collaborare

Ovvero fate ciò che dico, ma non fate ciò che faccio.

Si educa molto con quello che si dice, ancor più con quel che si fa, molto più con quel che si è.

Sant’Ignazio Di Antiochia

Il principio non dovrebbe essere: sono gentile solo se tu sei gentile

Se fosse chiaro che stiamo dando un esempio, continueremmo a essere gentili. Anche quando il bambino dimostra di non sapere ancora cosa vuol dire essere gentile (come sbaglia qualche congiuntivo). In effetti la gentilezza è qualcosa che richiede tempo per essere appresa.

La gentilezza fa parte della mia identità cioè del modo in cui io amo essere, in cui amo vivere, in cui coltivo la mia crescita personale. 

Per questo il mio modo di comportarmi non dipende dal tuo, che peraltro è in divenire e si specchierà nel mio. Dire che sono i bambini a provocare da parte nostra una certa scortesia è un enorme paradosso.

la gentilezza è una livella

Ma se vogliamo provare a seguire questa convinzione, bisogna cercare di capire quando è che i bambini cominciano a chiederci di essere scortesi.

Appena nati, quando come tutti i cuccioli si affidano a noi per soddisfare i loro bisogni, già da subito si scontrano con le nostre teorie, invece che assecondare la loro naturale inclinazione e rendere facile la loro crescita.

Già sull’accudimento ci sono fior di esperti che dicono quando e quanto devono mangiare e dormire, quando e quanto devono stare attaccati al seno della madre e quando devono smettere. Non si fidano di loro e per questo tutto è deciso prima che loro possano provare, spesso contro il loro senso della possibilità

Se qualcuno interviene per difendere la libertà dei bambini viene criticato. Perché percepito come un ostacolo al grande progetto dell’educazione che non permette di essere eccessivamente affettuosi. Viene considerato troppo permissivo. 

Anche i pedagogisti più rispettosi dei bambini sostengono la necessità di non trattarli da pari nel momento in cui suggeriscono: dirigili invece di controllarli, disciplinali invece di reprimerli, guidali invece di rimproverarli.

Questa è la tipica relazione asimmetrica

La gentilezza invece è una livella. 

Se parli di dirigerli, disciplinarli, guidarli fai pensare a un rapporto che richiede un piccolo ricorso alla forza. E ciò genera, secondo la nostra definizione, un maltrattamento.

la gentilezza è una livella

Se pretendo di decidere per te, devo essere consapevole che posso generare un segnale di arresto, che nasce da una sofferenza. E questa può essere evitata solo se ti educhi a maltrattarti per nascondere quel comportamento che non è apprezzato.

La gentilezza non può essere presa in considerazione in un modello dove si governa il tempo dell’altro e si prescrive il modo giusto di farlo. 

Inoltre, e questa è una nostra responsabilità, questo esempio relazionale diventa il modello su cui viene creato il calco per tutti i modelli di relazione.

Il bambino non potrà fare altro che adattarsi a quelle che percepisce come scortesie, per giunta vissute in un ambito che lui ritiene di affetto, e quindi dovrà cercare di giustificarle.  Da qui la gentilezza smette di essere una livella.

esempio relazionale

Lui stesso, poi, impara anche che sarà diventato finalmente grande quando sarà capace di sostituirsi alle scortesie dei suoi “affettuosi” educatori e quindi saprà controllarsi.

Questo è un nodo molto importante nella creazione non solo di una relazione sofferente ma probabilmente di tutto quello che è il dolore che arriva all’osservazione dello psicoterapeuta e dello psichiatra.

Scegliendo di non considerare grave la dose minima di maltrattamento gli educatori feriscono in modo grave il senso della possibilità affettiva. Una delle qualità del senso della possibilità è pensare che si possa stare insieme senza confliggere cioè che si possa essere educati senza ricorrere alla forza.

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Saluti da Renato!

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