Quanto siamo consapevoli dell’impatto dell’economia sulla vita di tutte le persone e sulla routine di tutti i giorni? Cerchiamo di rifletterci.
In un convegno dedicato all’essere umano al centro del futuro, un paio di anni fa, ho parlato dell’impatto dell’economia sulla società, cercando di dare qualche spunto di riflessione e consapevolezza sulla complessità dei nostri tempi. Prima del mio intervento, una spettatrice mi ha voluto sottolineare che il tema, su cui avrei intrattenuto la platea, era per lei assolutamente insopportabile. E che non ne avvertiva alcun interesse.
Comprensibilissimo. Condivisibile.

Arido, dover sapere di spread. Fastidioso, fare attenzione alla sua altalena. Se non fosse, che proprio dai fatti economici, e così anche dallo spread, provengono conseguenze per tutti noi, per il nostro portafoglio. Inevitabilmente.
L’ economia è una parte consistente della vita e va considerata con semplicità da una parte e consapevoli che rispondere alle questioni economiche vere è rispondere a questioni umane.
Sergio Ricossa
A mio parere, l’economia non è una cosa oggettiva che ci sovrasta. Una “scienza” a sé stante. Ma è strettamente connessa con le altre scienze sociali e con la politica. Diffido quando sento discettare che l’economia è scienza oggettiva che si occupa di strumenti e non di fini. E’ l’uno e l’altro: strumento e fine.
La storia sta lì a dimostrarcelo. Molte cose successe nel tempo dipendono dalle scelte di “economia politica“. Classi sociali, settori produttivi, approcci commerciali: talvolta sono stati aiutati, talvolta danneggiati a favore di altri. La teoria economica ha ispirato, guidato la scelta, ma la scelta l’ha fatta chi aveva il potere di farlo per perseguire i suoi specifici obiettivi. Dunque la politica.
Come cittadino, perciò, mi dovrebbe interessare parecchio capire come e perché economia e politica si integrino. Non c’entrano nulla partiti o movimenti. Quelli vengono, semmai, dopo. Prima interessa capire.

Non sono temi divertenti come prendere l’aperitivo con gli amici. Hanno però impatto significativo sul fatto se quell’aperitivo me lo posso permettere tutti i giorni, al bar sotto casa o nel locale all’ultima moda a Londra o Parigi.
E invece. Un recente documento OCSE (l’Organizzazione internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) riporta i risultati dell’indagine. Svolta fra i ragazzi di 15 anni di tutto il mondo, sul livello delle loro conoscenze finanziarie. Quelli italiani sono sensibilmente più ignoranti della media. C’è da augurarsi che, per le competenze più generalmente economiche, stiano meglio. Purtroppo c’è fortemente da dubitarne. Viene da chiedersi subito, con qualche punta di pessimismo: e fra gli adulti?
Ne va del futuro di ognuno. Molte “sirene” oggi nel mondo cantano. Squali travestiti da sirene, protetti e anzi favoriti dall’ignoranza altrui.
La gente sa poco e si interessa ancor meno di come viene governata. O di come funzionano davvero le strutture economiche, scientifiche o politiche. Tuttavia, a mano a mano che tutti questi processi diventano più incomprensibili, i cittadini si sentono più alienati. Sopraffatti, si allontanano dallo studio e dall’impegno civile e si rifugiano in altre attività. Ciò li rende a loro volta cittadini meno capaci. E il circolo vizioso si rafforza, soprattutto quando la fame pubblica di fuga viene alimentata dall’industria del tempo libero.
Tom Nichols, 2017
Tutti per forza oggi avvertiamo la grande complessità del nostro presente. E l’impatto dell’economia sul nostro vivere quotidiano. Anche senza pandemia. E’ frutto di una evoluzione storica, a sua volta disegnata anche da precise scelte di economia politica. Vanno allora comprese almeno le grandi direttrici, lungo le quali il mondo si è trasformato e continua a trasformarsi. Senza pensare che siano questioni troppo specialistiche solo per addetti ai lavori.
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Ma analizziamo l’impatto dell’economia nel tempo. Un lungo periodo di crescita economica ha caratterizzato in effetti il nostro mondo fino alla seconda decade di questo secolo. L’innovazione tecnologica si è accentuata da tempo e gioca un ruolo essenziale. Talvolta si tende a considerare distinti questi fenomeni generali. Tendiamo a studiarli come forze separate. Come se cause ed effetti fossero indipendenti. Invece, sono aspetti della stessa vicenda di evoluzione umana.
La storia d’altronde si ripete. Qualcosa di simile successe, ad esempio, con l’invenzione delle macchine a vapore che dette origine alla rivoluzione industriale. Oppure con quella dell’elettricità, delle ferrovie o del telegrafo che contribuirono, assieme a tanto altro, allo sviluppo economico occidentale ottocentesco.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, e fino circa agli anni Settanta (periodo da qualcuno definito “glorioso“), il mondo occidentale ha conosciuto sviluppo economico e dei redditi. Ma anche l’affermazione di una certa organizzazione socio-economica e il progressivo affermarsi della democrazia e dei meccanismi di welfare statale.
Col tempo poi si è avuta la poderosa crescita del commercio internazionale. Sostenuto dall’abbattimento delle tariffe doganali, il motore della globalizzazione.

Si arriva fino allo spartiacque, neanche tanto simbolico, della grande crisi del 2007-2008. L’inizio, o forse meglio, il più largo diffondersi, della consapevolezza in strati crescenti di cittadinanze che qualcosa non stesse andando proprio per il giusto verso. Disuguaglianza, inquinamento, fra tutti.
All’interno di questa tendenza di lungo periodo, fra fine anni Settanta e anni Ottanta, si afferma una certa dottrina economica. Quella che, in qualche modo, avrebbe poi caratterizzato l’evoluzione futura fino ad oggi. Influenzando pensiero e scelte politiche: il neoliberismo. Quello che viviamo ancora oggi nasce qui, da questo snodo essenziale.
Chi non s’intende di economia non capisce affatto la storia.
Ezra Pound
In estrema sintesi, cercando di essere seriamente semplici..
… Neoliberismo significa libero mercato con il minor intervento possibile da parte dello Stato.

Lasciato libero, il mercato trova automaticamente i suoi migliori equilibri funzionali al benessere di tutti, nessuno escluso. Qualcuno ha detto che i benefici sarebbero poi “gocciolati” dall’alto verso il basso, dai ricchi ai poveri.
Minori regole e minore presenza dello Stato hanno aperto la strada, poi, ai flussi di merci e capitali ininterrotti. Alle produzioni industriali spostate in ogni angolo del mondo. Insomma, la globalizzazione. Tutto, sempre, alla ricerca del maggior profitto.
In questo contesto si è innestata la rivoluzione tecnologica. Una rivoluzione essenzialmente digitale, la cui accelerazione è andata aumentando nel corso degli anni. Il primo iphone è uscito nel 2007, sembra un’era fa. Tante innovazioni che hanno profondamente inciso sulla vita di ognuno.
Perciò rimane da chiedersi.
Parlando di Neoliberismo, è filato proprio tutto liscio? In modo solo positivo?
Per la risposta vi rimando al prossimo articolo. Ciao da Gianni!
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4 commenti
grazie Anna Maria. Farsi capire e non barricarsi dietro a linguaggi tecnici o a concetti troppo oscuri lo considero un impegno civile che tutti dovrebbero mantenere.
GRAZIE
Grazie Gianni per questa delucidazione sul nostro sistema economico. È proprio vero che con il nostro disinteresse ci allontaniamo dalla responsabilità individuale sull’andamento della economia politica. Queste riflessioni mi avvicinano a una partecipazione attiva. Grazie
Grazie a te! Temi forse un po’ aridi, non divertenti, ma toccano alla fine ognuno di noi, e “toccano” davvero nel concreto. Qualcosa dunque è bene provare a capirci.
Che dire? Un’alchimia di competenze, proprio quelle che non appartengono alla mia sfera. L’economia e la finanza. Da qui il fascino per come Gianni riesce a parlarne, mettendo anche me in condizioni di recepire qualcosa di un tema che ho sempre sentito in qualche maniera ostico. E poi arriva la maestria di Tommaso che con le sue immagini scelte con cura e gli aforismi selezionati con altrettanta cura e tutto il resto mi presentano un qualcosa a cui gradevolmente mi approccio e ne esco con una sensazione di piacevole comprensione e sento forte questo concetto di “insieme” a cui costantemente aspiro e sento che è possibile anche nella diversità di competenze e di pensiero. Insieme sempre, contro mai. Grazie Gianni, grazie Tommaso. Anna Maria