Tra vecchio e nuovo, il 2022 è già a fare i conti con i buoni propositi che molti hanno già, o stanno per stilare.
Anno nuovo, vita nuova!
Dopo qualche giorno passato nel 2022 arriva il tempo dei buoni propositi. Secondo le statistiche, a inizio anno, circa il 40% degli adulti stila un elenco di ciò che vorrebbe cambiare nella propria vita. A metà anno, però, 6 su 10 hanno già abbandonato l’impresa. E qualcuno non ricorda neppure che cosa si era ripromesso. Tanto che il 20% rifarà la lista identica l’anno seguente.
La pandemia, a dire il vero, ha cambiato molte priorità e molte persone stanno compiendo una personale rivoluzione valoriale. Molti sono intenzionati a modificare la propria vita nei prossimi 3-5 anni. In testa a questa lista dei buoni propositi troviamo l’impegno per l’ambiente, l’attenzione alla salute, la cura degli affetti a discapito della carriera, soldi e status sociale.
Ma forse occorre farlo seguendo qualche accorgimento.

L’incidenza del Covid
La pandemia ha portato alla luce le interconnessioni globali. Ci ha dato una visione più complessiva, meno individuale e più consapevole del fatto che nessuno si salva da solo. Per esempio, la diminuzione dell’inquinamento durante il lockdown ha mostrato che le nostre azioni quotidiane hanno un effetto, anche immediato, sulla salute del pianeta.
Da qui, soprattutto nei giovani, si è sviluppata una sorta di ‘eco-ansia‘. E un bisogno di agire subito su questo fronte. Ci siamo resi conto che siamo parte di un sistema più grande. E se quel sistema è vulnerabile, lo è anche ognuno di noi.
Dopo ogni grande trauma è difficile subito definire una mappa di desideri, di buoni propositi.
Ma la pandemia è stata un acceleratore di consapevolezze, un corso rapido di messa in discussione e cambiamento.
Ora siamo nel solco tra il vecchio e il nuovo. E’ il punto in cui ci interroghiamo su alcune consuetudini, su come va avanti la nostra vita a livello di individuo, famiglia, comunità e società.
A partire da una microrivoluzione dei gesti quotidiani, i buoni propositi saranno ripensati in una chiave nuova. Meno individualismo, più solidarietà e sentimento collettivo. Più ricerca di un nuovo modo di far funzionare le cose sul piano della salute, dell’ambiente e delle relazioni sociali.

Il desiderio di andare avanti
Perchè i buoni propositi?
E’ l’innato bisogno dell’uomo di progredire, di andare avanti. Un istinto naturale di conservazione della specie che ci spinge a costruire nuove buone prassi della vita. La ‘magia’ dei buoni propositi ci invita a realizzare una versione migliore di noi stessi, attraverso una serie di prove , sconfitte e avanzamenti. Purtroppo, però, la maggioranza di queste buone intenzioni fallisce.
Le cause di questo reiterato fallimento sono varie. Da una parte formuliamo i buoni propositi al momento sbagliato. Il primo dell’anno, a primavera oppure ogni lunedì sono momenti in cui non siamo veramente pronti ad affrontare il cambiamento. Dall’altra, perchè li formuliamo in modo generico e li mettiamo in pratica senza un metodo. E, infine, perchè siamo poco allenati a resistere e persistere. Viviamo immersi costantemente in una logica del ‘tutto e subito‘. E questo è in antitesi con i tempi necessari per un cambiamento vero e profondo.
L’obiettivo da raggiungere
Dietro ai propositi per il nuovo anno c’è la volontà di raggiungere un obiettivo. Per farlo è bene seguire qualche consiglio. Innanzitutto dobbiamo porci traguardi realistici e concreti, precisi e non generici. In una parola, sostenibili. Un obiettivo generale come ‘cambiare vita’ va tradotto in una serie di azioni quotidiane da mettere in pratica per trasformare effettivamente ciò che non ci soddisfa.
I buoni propositi vanno ancorati al proprio quotidiano. Occorre farli aderire al proprio contesto per poi trasformarli, con metodo, in passi praticabili e piccole nuove abitudini.

E poi occorre anche non caricarsi di troppi obiettivi per non disperdere energie, con il rischio di fallire in tutti. Importante anche misurare i progressi e verificare, via via, se si sta andando nella giusta direzione. Valorizzando i risultati intermedi che rappresentano un rinforzo che alimenta l’autostima e la motivazione.
Infine può essere d’aiuto tenere un diario per scrivere i progressi e i punti deboli su cui lavorare. Prendete i post-it, ad esempio. Sono piccoli stratagemmi che ci aiutano a registrare le piccole azioni da compiere per raggiungere l’obiettivo. Ancora, comunicare agli altri i propri buoni propositi è una forma di impegno che può aiutare anche a trovare supporto.
Ogni obiettivo deve avere un inizio e una fine, non può essere all’infinito, pena la totale frustrazione. Anche perchè avere una scadenza precisaè un ottimo modo di motivarsi.
Ma qual è l’obiettivo giusto?
Per essere corretto, l’obiettivo dovrebbe idealmente rispondere a 5 caratteristiche comunemente raggruppate dietro l’acronimo S.M.A.R.T
- Specifico
- Misurabile
- Achievable (in inglese, raggiungibile)
- Realistico
- Time-based (in inglese, basato sul tempo, cioè con scadenze stabilite)
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Spero che questa significativa canzone di Selton vi sia piaciuta.
Ciao da Tommaso!
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