Un sano, serio e divertente dialogo deve essere alla base di un matrimonio felice e duraturo.
Ritornando ai nostri universi, come spiegati negli articoli precedenti, (ad esempio I 5 Ingredienti Di Un Matrimonio Felice) l’universo intellettuale è il secondo strato della nostra cipolla coniugale. E’, infatti, la nostra mente che entra in gioco in una coppia, subito dopo l’approccio fisico.
Dopo che sono stati a letto insieme, soprattutto la prima volta, di solito lui fa a lei: “Come ti chiami?“, oppure “Ti è piaciuto?“. E lei a lui: “E adesso cosa facciamo?“, oppure “Cosa intendi fare ora?“.

Insomma, si comincia a comunicare con la mente. E questo tipo di comunicazione è ritenuta la vera comunicazione, soprattutto dalle donne. Tant’è vero che ne abusano oltre ogni immaginazione maschile.
Perciò compare prepotente sulla scena coniugale, l’intelligenza. E questo comporta grandi vantaggi ma anche grandi problemi. Perchè?
Perchè l’intelligenza si misura con la capacità di porre relazioni attraverso il linguaggio. E’ quindi naturale che la donna parli di più. A scoprire che il cervello della donna ha l’area del linguaggio più sviluppata, l’uomo ci ha messo milioni di anni. E questa basta per dimostrare la sua scarsa intelligenza.
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Però… non divaghiamo. Fatto sta che la comunicazione intellettuale in un matrimonio è veramente importante. E, a volte, l’intelligenza è una risorsa capace di farci sopravvivere, soli o in coppia, più della forza.
Principalmente nei paesi europei o nordamericani, l’uomo conquista la donna con ragionamenti arguti, con la sua cultura, con le sue trovate creative, con la sua fantasia, persino con le sue poesie. Ma poi la delude, nel matrimonio, non dicendole più niente.
L’ esempio lampante è quello di lui che legge e scrive per lei poesie, prima del matrimonio, ma dopo, niente di niente, niente lettura e niente scrittura di poesie.
A volte il dialogo si interrompe con lo sposarsi, forse con la routine. E, invece, bisogna incrementarlo, il dialogo. Bisogna mantenerlo e alimentarlo. Anche con domande stupide che innescano dialoghi assurdi e divertenti.

Oppure con affermazioni forti che possono attivare riflessioni e discussioni accese. Battute, barzellette, parlare dei figli in cucina, parlare dopo il sesso, scelte importanti che vogliono discussioni serie e attente, rimproveri o recriminazioni. La routine familiare. Semplici gesti senza parole.
Tutto è dialogo. Tutto può servire e tutto può essere utile a cementare un rapporto a due.
Ma il vero dialogo è quello che attiene al proprio rapporto personale. Il vero dialogo non è quello sui problemi mondiali, o sulla routine quotidiana, ma quello sui problemi personali e di coppia.
“Non mi sento più desiderato, c’è qualcosa che non va?“, “Il sesso tra di noi non è più soddisfacente. Bisogna parlarne.“, “Non mi guardi come mi guardavi un tempo. Perchè?“, “Perchè mi rispondi sempre male?“, ecc… cose così.
Nel vero dialogo, entrambe le parti sono disposte a cambiare.
Thich Nhat Hanh
Una dialogo che, se affrontato con leggerezza, può sfociare in vera e propria tenerezza. Che poi è la protagonista del prossimo articolo sull’argomento.
Ciao Tommaso!
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