Una raccolta delle frasi più belle e significative di Gianni Rodari, con 3 filastrocche a contorno.
Gianni Rodari (23 ottobre 1920 – 14 aprile 1980), dopo aver conseguito il diploma magistrale, per alcuni anni ha fatto l’insegnante. Al termine della Seconda guerra mondiale ha intrapreso la carriera giornalistica, che lo ha portato a collaborare con numerosi periodici, tra cui «L’Unità», il «Pioniere», «Paese Sera».
A partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico e di critica. I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti, fra cui, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia.
Negli anni Sessanta e Settanta ha partecipato a conferenze e incontri nelle scuole con insegnanti, bibliotecari, genitori, alunni. E proprio dagli appunti raccolti in una serie di questi incontri ha visto la luce, nel 1973, Grammatica della fantasia, che è diventata fin da subito un punto di riferimento per quanti si occupano di educazione alla lettura e di letteratura per l’infanzia.

Ecco 15 frasi di Gianni Rodari sulla scuola e sulla fantasia.
1.
Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.
2.
Nelle nostre scuole, generalmente parlando, si ride troppo poco. L’idea che l’educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere.
3.
La fantasia non è un lupo cattivo del quale si debba aver paura.

4.
Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lacrime versate nei cinque continenti per colpa dell’ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell’energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un’energia troppo costosa.
5.
[…] non c’è niente al mondo di più bello della risata di un bambino. E se un giorno tutti i bambini del mondo potranno ridere insieme, tutti, nessuno escluso, sarà un gran giorno.
6.
È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi.

7.
Gli errori sono necessari, utili come il pane, e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa.
8.
Con un po’ di esercizio è possibile prendere lezioni di ottimismo anche da Giacomo Leopardi.
9.
Bisogna che il bambino faccia provvista di ottimismo per sfidare la vita.
10.
Certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova.

11.
Se un bambino scrive nel suo quaderno «l’ago di Garda», ho la scelta tra correggere l’errore con un segnaccio rosso o blu, o seguirne l’ardito suggerimento e scrivere la storia e la geografia di questo «ago» importantissimo, segnato anche nella carta d’Italia. La Luna si specchierà sulla punta o nella cruna? Si pungerà il naso?
12.
Un «libbro» con due b sarà soltanto un libro più pesante degli altri, o un libro sbagliato, o un libro specialissimo?

13.
Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione.
14.
Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore.
15.
Sbagliando s’impara, è un vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe essere che sbagliando s’inventa.
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E ora 3 splendide filastrocche.

1. Da ‘Il cielo è di tutti‘
[…] Spiegatemi voi dunque,
in prosa o in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la Terra è tutta a pezzetti?
2. ‘La scuola dei grandi’
Anche i grandi a scuola vanno
tutti i giorni di tutto l’anno.
Una scuola senza banchi,
senza grembiuli nè fiocchi bianchi.
E che problemi, quei poveretti,
a risolvere sono costretti:
“In questo stipendio fateci stare
vitto, alloggio e un po’ di mare”.
La lezione è un vero guaio:
“Studiare il conto del calzolaio”.
Che mal di testa il compito in classe:
“C’è l’esattore delle tasse”!

3. Da ‘Una scuola grande come il mondo‘
Di imparare non si finisce mai
e quel che non si sa
è sempre più importante
di quel che si sa già
Ciao a tutti da Tommaso! Non scordate le frasi di Gianni Rodari!
L’immagine di copertina è stata liberamente ispirata a ‘Ritratto di Gianni Rodari’ di Francesca Dragoni, matita e digital art.
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