Le surreali interazioni tra il corpo umano e la natura nelle foto di Arno Rafael Minkkinen.
Si dice che gli artisti mettono un po’ di se stessi nella loro arte.
Arno Rafael Minkkinen, fotografo finno-americano, lo fa letteralmente. Nelle sue fotografie c’è sempre una parte di lui che interagisce con l’ambiente circostante. Minkkinen usa la mano per seguire la curvatura delle montagne, finge di tenere in mano un mucchio di fieno. Anche se, in realtà, si tratta di un albero. Insinua il suo braccio nel letto di un fiume oppure camuffa il suo busto nell’acqua di un lago.
Molte delle mie fotografie sono difficili da fare. Alcune, addirittura, possono anche essere pericolose. Perciò, non voglio mettere qualcun altro in pericolo oppure che si prenda dei rischi al posto mio, tipo sporgersi da un dirupo o rimanere sott’acqua per la buona riuscita dell’inquadratura. Ovviamente devo controllare quanto dolore posso tollerare e posso farlo con assoluta certezza solo se agisco su me stesso.

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Di conseguenza il ritratto diventa parte di un tutto, in perfetta sintonia con la natura. L’uomo diventa albero, scoglio, sasso, betulla, legno, mare e roccia. Il tutto reso in un bianco e nero fatto di luci morbide, raffinatissimo e riposante.
Pertanto questa è l’arte di Arno Minkkinen, fotografo del “corpo umano che si fonde con l’Universo“. Una predisposizione artistica, tutta rivolta all’onirico, all’essere senza tempo. Camuffati in una natura fuori dal tempo. La nudità della nostra pelle, simile a quella delle rocce e degli alberi, ci trasforma in esseri senza età in simbiosi con una natura eterna.
Anche il richiamo al Surrealismo è forte. Per esempio nell’uso del riflesso come gioco prevalente in molte sue immagini, oppure la collocazione innaturale del corpo nello spazio.
In conclusione, ecco alcune delle sue splendide immagini.
Ciao da Tommaso!
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1 commento
Arno Minkkinen, non lo conoscevo fino ad ora.
Semplicemente un genio.
Tutte foto minimaliste, con un bianco/nero alla Adams, con tutti i valori tonali presenti.
Me lo riguarderò più e più volte.
Grazie