Ha vinto Brexit, ma un cambiamento non è necessariamente una condanna.
Ha vinto Brexit. Questa frase riecheggia ovunque come una condanna, ascoltando molte rimostranze sui social a riguardo.
Ammetto con sincerità, che non ho seguito attentamente tutta la campagna referendaria e non conosco benissimo le ragioni dall’una e dall’altra parte.

Però, diciamoci la verità, chi lo sa con certezza cosa succederà adesso?
È successo qualcosa che da alcuni anni, una marea di persone dappertutto minaccia di fare, ma che nessuno ha avuto il coraggio di affrontare. È un futuro inesplorato. Per loro, per scelta. E per noi, di conseguenza. Ma un futuro incerto, siamo sicuri sia peggio della certezza di nessun futuro?
E se, dopo questa ecatombe finanziaria delle borse, tipo tra un anno le cose andassero migliorando? E l’indipendenza dall’austerity e la libertà di decidere in proprio fosse stata una manna dal cielo per loro?
Noi possiamo solo giudicare la situazione di chi questa scelta non l’ha fatta.
- La Grecia? Guardate come sono ridotti.
- L’Italia o la Spagna? Agonizzanti.
- La Germania? In crisi, ma regge sulla pelle degli altri stati.
- L’Est Europa? Sembrava il Bengodi ma era solo fumo negli occhi.
- Probabilmente stanno bene solo i paesi scandinavi. Ma loro sono una storia a parte.
Riflettiamo sull’idea del cambiamento, senza averne paura.
Perciò insisto nel non demonizzare ciò che è successo e neanche esaltarlo come la panacea di tutti i mali. Osserviamo e analizziamo quello che succederà, perché un futuro migliore (che per adesso non esiste) può nascere solo dai cambiamenti e non dalle certezze.
A maggior ragione se poi queste certezze sono imposte.
Mah… Io la penso così.
Ciao da Tommaso.
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