Studi sul nostro albero genealogico possono aiutarci a conoscere l’origine di alcuni nostri comportamenti e situazioni di vissuto.
L’albero genealogico rappresenta un sistema di individui appartenenti alla stessa famiglia, espresso in un organigramma a blocchi. Oltre a questo, è in grado di rivelare molti segreti che appartengono a quel sistema.
Studi approfonditi sul proprio albero genealogico possono aiutarci a comprendere l’origine di alcuni nostri comportamenti o situazioni che si ripetono negli anni. Oppure anche tendenze caratteriali e difficoltà temperamentali che portano ostacoli sul nostro cammino personale.
Il cammino per svelare quei nodi che arrestano lo scorrere fluido e piacevole dell’energia vitale nell’albero familiare può essere disseminato di paure. Un po’ come quando andiamo ad indagare sui misteri della natura. Sentiamo il fascino dell’incontro con la vita e la morte. Così, quando scegliamo di occuparci del nostro albero genealogico, dentro di noi si scatena la paura di volare.
Infatti, sembra un paradosso, quando siamo abituati a qualcosa, anche se è un ostacolo, che spesso si manifesta sotto forma di dramma, ci può spaventare molto rimuoverlo, poiché rappresenta il noto a fronte dell’ignoto. E, per quanto il noto sia orrendo è, comunque, qualcosa a cui siamo abituati.

Quello che non conosciamo si presenta come un abisso davanti ai nostri occhi. Quando decidiamo di avanzare, per scoprire l’origine del blocco, si presenta la paura di lanciarsi in quel vuoto e volare davvero. Occorre amplificare lo sforzo e oltrepassare questa paura per non rinunciare precocemente ad una conoscenza che può liberarci definitivamente da mille piccole e grandi prigionie del cuore e della mente.
Personalmente ho sperimentato diversi strumenti, nel corso degli anni, per aumentare la conoscenza che riguarda i blocchi del flusso dell’energia vitale. Uno dei modi che ha conquistato davvero il mio cuore sono le costellazioni familiari. Mi sono, alla fine, formata per diventare facilitatrice di costellazioni. C’è da dire che il modo migliore per apprendere, dal mio punto di vista, è l’esperienza. Dal 2008 ad oggi ho sperimentato su di me un grande numero di Costellazioni. E ne ho ricavato un tesoro di consapevolezze.
Una per tutte la voglio proprio raccontare. Nel mio albero genealogico, ovviamente.
Le notizie al riguardo sono state frutto di ricerche che durano da anni ed ogni volta aggiungo un pezzetto. All’epoca di una trisavola, la nonna di mia nonna, si è verificata una morte di parto, al momento della nascita di un figlio maschio. Nel corso dei miei studi vengo a conoscere la teoria del fantasma della cripta di Francoise Dolto. Resto affascinata da questa nuova conoscenza. E, di solito, quando qualcosa cattura così intensamente la mia attenzione, e sento entusiasmo, accade che quella conoscenza riguarda qualcosa che mi appartiene personalmente. Così decido di fare indagini sui miei avi, al fine di verificare un’ipotesi che mi ronza in mente: sono io il fantasma della cripta.
Uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience” da Brian G. Dias e Kerry J. Ressler dell’Howard Hughes Medical Institute a Chevy Chase, nel Maryland, teorizza che le paure percepite nel corso della vita sono ereditabili alle generazioni successive per mezzo di modificazioni epigenetiche.
La trasmissione può proseguire oltre la seconda generazione e include anche i nipoti, pronipoti e forse anche altri.
Francoise Dolto, spiega che: “… i segreti di famiglia privano i discendenti, legati a chi li custodisce, di quegli elementi necessari alla costruzione della loro identità. E provocano un arresto nel processo di vita di uno o più dei discendenti, i quali si ritrovano in qualche modo caratterizzati dalla difficoltà nascosta“.

Questa rivelazione mi mette sull’attenti. E inizia un viaggio alla scoperta di quel segreto che, sepolto nell’esperienza della trisavola, avrebbe portato a me uno sconvolgente vissuto. Un vissuto inspiegabile agli occhi dei medici che si sono occupati della mia malattia. E che, invece, si è rivelato alla luce del campo delle Costellazioni familiari.
Infatti, appresa da una zia la notizia che dalla parte della bisnonna, la madre di mia nonna, tutti i figli maschi erano morti suicidi o avevano tentato il suicidio, ero rimasta molto colpita da questa ripetizione. Tra l’altro, anche nella generazione successiva ai fratelli della bisnonna – i maschi suicidi -, l’unico uomo, il fratello di mia nonna, aveva manifestato una dipendenza dall’alcool, una forma di suicidio inconsapevole.
In terza generazione, l’unico figlio maschio di mia nonna muore di infarto. Il filo conduttore di tutti questi decessi? Le morti avvengono tutte all’età dei 50 anni circa. Se si fosse trattato di morti per malattia, avremmo potuto dare una spiegazione biologica di ereditarietà del carattere di quella patologia. Invece, tutti i maschi della famiglia, nati dopo la morte di parto della trisavola muoiono suicidi. Anche mio padre, morto d’infarto, cagiona, con una trascuratezza importante riguardo la propria salute, il verificarsi dell’evento di decesso. L’infarto arriva in conseguenza di una mancanza di cure nell’alimentazione, della fragilità dovuta all’asma, anch’essa sviluppata per non aver curato una bronchite.
In quarta generazione, la mia, non nascono figli maschi. Io sviluppo una malattia psichiatrica con diagnosi: episodi di dissociazione importante in personalità istrionica e carattere bipolare.
Ecco cosa accade nella teoria del Fantasma della cripta. Il processo si mette in moto nella prima generazione, allorché un evento vergognoso non viene divulgato a tutti. Il segreto è noto ad alcuni, che devono controllare l’informazione nascondendo, tutti i sentimenti che suscita.

Nella mia famiglia in prima generazione alcuni conoscono il segreto e se ne vergognano al punto che si tolgono la vita. Il vissuto della seconda generazione corrisponde al non detto. In altre parole, alcuni membri della famiglia, in genere meno numerosi di quelli della prima generazione, sanno e sospettano la vicenda nascosta, ma non ne parlano. E’ la legge del silenzio, un argomento tabù del quale è tacitamente vietato parlare. Nella mia famiglia in seconda generazione c’è il figlio maschio dedito alla dipendenza da alcool. Lo zio, non sa, ma sente qualcosa che lo turba profondamente e ‘cerca di dimenticare’ affogando nel vino.
Alla terza generazione si parla di indicibile o di Impensabile. Il segreto viene in un certo modo dimenticato. E solo qualche raro discendente indovino avverte che è successo qualcosa. Mio padre genera comportamenti di noncuranza per la sua vita e muore d’infarto a 52 anni.
Infine, alla quarta generazione si genera un fantasma. Nessuno è più al corrente del segreto. E, infatti, non si pensa nemmeno più a ciò che sia potuto succedere. Eppure, uno dei discendenti viene chiamato, a sua insaputa, a ripetere il dramma o a svelarlo! Prende il nome di cripta la persona della famiglia che eredita il segreto, il cui inconscio non dimentica l’evento e reca in sé il fantasma dell’antenato che ha dato inizio al segreto.
Certamente per uscire da questo vincolo, ho dovuto fare molto lavoro su me stessa. E sono stata tanto fortunata ad incontrare le persone giuste, al momento giusto, e infine a manifestare una guarigione che ha dell’incredibile. Comunque, valeva la pena fare tutte le indagini. E valeva la pena apprendere tutto quello che è arrivato in seguito a questa terribile malattia. Esperienza che mi ha condotta, attraverso diversi ricoveri ad esplorare, con più strumenti, il campo della mia energia vitale e dei collegamenti con gli avi.
Oggi sono grata a tutto il mio albero genealogico perché ho vissuto un’avventura che ha colorato la mia vita di esperienze. Che non avrei mai avuto la curiosità di conoscere, se non fossi stata malata. Ringrazio le Costellazioni per essere lo strumento che ha portato alla Luce quello che nessun’altro metodo aveva potuto evidenziare.
Ringrazio me stessa per aver oltrepassato la paura di volare!
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