Bullismo e Cyberbullismo hanno come elemento comune l’aggressività ma presentano anche 9 importanti differenze.
Con il termine bullismo s’intende definire un comportamento aggressivo ripetitivo nei confronti di chi non è in grado di difendersi. Solitamente, i ruoli del bullismo sono ben definiti. Da una parte c’è il bullo, colui che attua dei comportamenti violenti fisicamente e/o psicologicamente e dall’altra parte la vittima, colui che invece subisce tali atteggiamenti.
Il Cyberbullismo, invece, è una forma di bullismo che avviene tramite Internet. Per questo anche detto “bullismo on line“. Con questo temine si fa riferimento a offese, molestie, ricatti o forme di pressione messe in atto, per un periodo più o meno lungo, da parte di una persona o gruppo di persone nei confronti di un altro soggetto o gruppo, utilizzando le tecnologie digitali.
Essere violenti significa essere deboli. Per non parlare di chi è violento nascondendosi dietro a uno schermo.
I rapporti tra bullismo, cyberbullismo e criminalità, per la loro complessità, sono delimitati da confini incerti e confusi. Per questo motivo ci limitiamo a constatare la possibilità che tali categorie possano avere delle aree di sovrapposizione. Ma, al tempo stesso, concentriamo la nostra attenzione esclusivamente sulle differenze tra “bullismo off line” e “bullismo on line”.

La convergenza che salta subito all’occhio è l’aggressività. Mentre le divergenze che ci troviamo davanti sono numerose.
1.
- i bulli sono studenti, compagni di classe, o di istituto, conosciuti dalla vittima.
- i cyberbulli possono essere anonimi. Oppure possono fingersi anonimi e sollecitare l’inclusione di altri “amici” anonimi, in modo che la persona spesso non è neanche a conoscenza dell’identità di coloro con i quali sta interagendo.
2.
- le azioni bullistiche vengono generalmente raccontate ad altri studenti della scuola in cui sono avvenuti i fatti ma, comunque, restano di fatto abbastanza circoscritte.
- il materiale cyberbullistico può essere diffuso in tutto il mondo.
3.
- nel bullismo è facile riscontrare una media disinibizione sollecitata dalle dinamiche del gruppo classe e dai meccanismi di disimpegno morale. Il bullo riesce a disimpegnarsi dalle sue autosanzioni morali riuscendo a mantenere, comunque, un sottile senso di integrità.
- nel cyberbullismo si rileva un’alta disinibizione. I cyberbulli tendono a fare online ciò che non farebbero nella vita reale.
4.
- nel bullismo, il bisogno di dominare fisicamente nelle relazioni interpersonali è strettamente legato alla inevitabile visibilità del bullo.
- nel cyberbullismo, il prepotente può usare la sua presunta invisibilità per esprimere ugualmente potere e dominio. Sottolineo presunta perchè ogni computer lascia delle “impronte” che possono essere identificate dalla Polizia Postale e dagli organi preposti.

5.
- nel bullismo riscontriamo una presenza di feedback tangibili e visibili, sulla vittima, ai quali il bullo non presta sufficientemente attenzione ma che possono indurlo a riflettere.
- nel cyberbullismo, la mancanza di feedback tangibili sul proprio operato può maggiormente ostacolare la comprensione empatica della sofferenza provata dalla vittima.
6.
- nel bullismo è facilmente riscontrabile la deresponsabilizzazione. Ne sono indice frasi tipo “Stiamo scherzando“, “Lui mi ha provocato” oppure “Non è assolutamente colpa mia“.
- nel cyberbullismo è possibile rilevare anche processi di depersonalizzazione. Le conseguenze delle proprie azioni possono essere, infatti, ascritte all’alter ego virtuale come l’avatar. “Non sono stato io, è colpa del mio avatar‘
7.
- nel bullismo, solo il bullo, il gregario e il bullo-vittima (una vittima precedente che vuole compiacere il suo bullo) attuano le prepotenze.
- nel cyberbullismo, chiunque, anche chi è stato vittima nella vita reale, o ha un basso potere sociale, potrebbe diventare un cyberbullo.
8.
- nel bullismo gli spettatori, quasi sempre presenti, osservano i comportamenti prevaricatori dei bulli nei confronti di una vittima che conoscono.
- nel cyberbullismo gli spettatori possono essere assenti, presenti, conoscere la vittima o ignorare la sua identità. Quando sono presenti, possono, inoltre, assumere una funzione passiva, quando si limitano a rilevare atti di cyberbullismo diretti ad altri. Oppure attiva, se scaricano – download – il materiale, lo segnalano ad altri amici, lo commentano e lo votano, diffondendolo.
E’ ovvio che queste aree di divergenza possono modificarsi nel tempo perchè la materia di studio viene ritenuta continuamente in divenire. Tutto si basa sulla psicologia delle persone, sui loro caratteri, sulle loro esperienze pregresse, sulle loro frequentazioni e sulla loro educazione. Di conseguenza i casi possono essere complicati e uno diverso dall’altro.
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